17/02/2017  al 18/03/2017

Delio Gennai "Riscrivere la natura"

A cura di: Testo di Luca Sturolo

Delio Gennai  "Riscrivere la natura"
Opere bi e tridimensionali, sagome di forme biologiche ,calligrafie, arabeschi, realizzati in cartoncino e garza con precisione chirurgica ed infinita leggerezza, in un costante gioco di rimandi dall'ambito della scienza alla storia dell'arte
 
“Uno sciame d’effimere si imbatté volando in una fortezza, si posò sui bastioni, prese d’assalto il mastio, invase il cammino di ronda ed i torrioni. Le nervature delle ali trasparenti si libravano tra le muraglie di pietra.
“ Invano vi affannate a tendere le vostre membra filiformi” disse la fortezza “ Solo chi è fatto per durare può pretendere d’essere. Io duro, dunque sono; voi no”
“ Noi abitiamo lo spazio dell’aria, scandiamo il tempo col vibrare delle ali. Cos’altro vuol dire: essere? “, risposero quelle fragili creature. “ Tu piuttosto, sei soltanto una forma messa lì a segnare i limiti dello spazio e del tempo in cui noi siamo”.
“ Il tempo scorre su di me: io resto “ Insisteva la fortezza. “ Voi sfiorate soltanto la superficie  del divenire come il pelo dell’acqua dei ruscelli “
E le effimere: “ Noi guizziamo nel vuoto così come la scrittura sul foglio bianco e le note del flauto nel silenzio. Senza di noi, non resta che il vuoto onnipotente e onnipresente, così pesante che schiaccia il mondo, il vuoto il cui potere annientatore si riveste di fortezze compatte, il vuoto – pieno che può essere dissolto solo da ciò che è leggero e rapido e sottile “.
 
Questo scritto di Italo Calvino del 1981, dedicato a Fausto Melotti, si potrebbe adattare al lavoro di Delio Gennai. Beninteso, i mondi sono molto differenti e diverse le poetiche ma il filo sottile sviluppato dal demone dell’analogia può collegare dimensioni anche lontanissime tra loro.
Questo filo invisibile è la leggerezza, la tensione verso la smaterializzazione dell’opera. Nelle opere bidimensionali e tridimensionali di Delio, realizzate in cartoncino e garza con precisione chirurgica  (l’artista si serve, infatti, di un bisturi per ritagliare i contorni delle sue immagini) la superficie opaca, l’elemento rigido, diviene sfondo dove si muovono arabeschi, figure geometriche, calligrafie o sagome di forme biologiche a loro volta filtrate dalla materia lieve e semitrasparente della garza, come nella mostra di lavori inediti che presenta alla galleria Capoverso. Un mondo dove, per l’appunto, il vuoto-pieno diventa espressione di un effimero che gioca con il durevole e viceversa. 
La metamorfosi che si compie davanti a chi guarda è la moltiplicazione delle immagini ricavate dal microscopio in infinite immagini attraverso il variegato gioco di richiami che vanno dal mondo della scienza alla storia dell’arte moderna.
E’ proprio il caso, di fronte a questo piccolo universo, molto differenziato e ricco di rimandi, rievocare in tutta la sua giustezza un aforisma di Georges Braque “L’eco risponde all’eco, tutto si ripercuote”.
Luca Sturolo

Luoghi

  • CAPOVERSO - Piazza San Matteo, 16a - 16123 Genova
             3406711304
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