26/01/2013  al 09/02/2013

Daniela Alfarano “Nel Silenzio Del Silenzio”

Daniela Alfarano “Nel Silenzio Del Silenzio”

Nel silenzio del silenzio. Con il suo carico di soggettivita' o consenso, Daniela Alfarano impone fermamente il tema allo spettatore attraverso un linguaggio discretamente potente.


Senza voler fare il giro più largo questo “Nel Silenzio Del Silenzio”, di Daniela Alfarano, «incombe dall’alto e ti fa tremare». Incarnazione del Bello, sembra ricomporre la frattura di una cultura e di un tempo, nei quali è sempre più difficile tracciare confini certi.    

Che si ami o meno l’arte, con il suo carico di soggettività o consenso, Daniela Alfarano impone fermamente il tema allo spettatore attraverso un linguaggio discretamente potente: la consapevolezza “del silenzio” ed è occasione rara, perché Daniela è in grado di porre la sua arte al servizio della coscienza e non di sottigliezze o sofisticazioni.                  

Non c’è l’aggressività della trasgressione, conseguenza diretta di alcune incrostazioni del tempo, senza riscuotere nella soggezione religiosa, senza timore di panico, si consuma nell’indistinto. E’ il caso di Il Silenzio, matita su tavola del 2011. Qui il soggetto è solo un pretesto per esibire una maggiore raffinatezza formale ed essenziale, purezza e luminosità di un realismo espressivo; ma la Alfarano compie, oltremodo, una riflessione che ne contraddistingue anche il salto qualitativo della sua più recente produzione artistica.

Ecco che il senso d’inquietudine angosciante che pervade la contemporaneità fino a farla esplodere, assume per la Alfarano una connotazione “conoscitiva”. Si potrebbe dire che in alcune notti , riscaldate dalla luce ardente della candela di Il Silenzio, si avvera la rappresentazione tangibile del sogno che il sortilegio dell’arte rende meno minaccioso. 

Questa inquietudine diviene quindi un sottostante, cognitivo e conoscitivo, l’unico materiale “interno” con cui comprendere quella «mappatura geografica entro cui si cela il segno rivelatore», il testo dell’anima come in Autoritratto, matita su tavola del 2013. Entrambe le opere ci suggeriscono sempre la stessa «calma sospesa della natura», la loro collocazione rientra in un più ampio e complesso tentativo di dialogo tra la caratterizzazione simbolica della forma installativa suggerita dal curatore e l’opera che non si appesantisce della sua presenza. Il dialogo permette una complessa osservazione capace di penetrare la logica del non sentire, ponendosi in ascolto; diviene come una cassa di risonanza della nostra interiorità. 
 

 




Luoghi

  • Galleria Mies - Piazzetta dei Servi, 44/a - Modena
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    cel. 338 3237074 - Orari di apertura: Lunedì; mercoledì; venerdì e sabato 10.30/12.30 Venerdì e sabato pomeriggio 16.30/19.30

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