09/04/2013  al 26/04/2013

Black&White;

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Sculture in ceramica di: Eri Dewa, Guido De Zan, Annalisa Guerri, Rita Miranda, Simone Negri, Jasmine Pignatelli, Zsolt Jozsef Simon
La mostra è una collettiva di artisti italiani e stranieri che con la ceramica e la porcellana sottolineando le suggestioni del bianco e del nero come non colori, come caratteri essenziali che lasciano che sia la forma a dominare, la materia stessa si fa protagonista nella sua purezza, imponendosi per la sua delicatezza o per la propria fisicità.
Ceramiche scure ad accoglierci in una sorta di Wunderkammer moderna, sono quelle di Rita Miranda. L’antica tecnica Raku è applicata a forme di estrema modernità, geometrie che sfidano la resistenza fisica del materiale. La natura è solo il punto di partenza per sviluppare forme nuove, quasi astratte, raggiungendo una sintesi minimale carica di esperienza. Forme che rifiutano la tentazione del naturalistico, del figurativo e del realistico sono invece le sculture di Jasmine Pignatelli. Semi, come forme celate, che sviluppano un linguaggio plastico a partire dagli elementi primari fondanti, portatori di energia creativa.
La materia è anche il punto di partenza della ricerca di Simone Negri, personale indagine sullo spazio, sulle connessioni tra pieni e vuoti. Volumi come incontri tra linee rette e morbide curve. Grande fascino è dato anche dalla tecnica di cottura per affumicamento. Un annerimento della ceramica che lascia all’energia sviluppata durante la combustione un margine di casualità e incognita.
Tra i bianchi colpiscono le costruzioni impalpabili dell’artista giapponese Eri Dewa, che giocando con la porcellana come fosse carta, crea forme di richiamo vegetale, delicate e leggere che veicolano la tradizione nipponica al contemporaneo. Anche Annalisa Guerri sembra sfidare la materia portandola al suo limite estremo: porcellane sottilissime, forme frastagliate che si impongono nello spazio creando nuovi equilibri.
Ispirazione comune alla natura anche nelle opere dell’ungherese Zsolt J. Simon: forme azzardate e sottili, esterni tentacolari con sporgenze appuntite e acrobatiche, interni levigati e morbidi, in un contrasto quasi maschile/femminile. Più geometriche ed essenziali le sculture di Guido De Zan, caratterizzate più dalla luce che dalla forma, sculture come apparizioni più che presenze. Centrale è il processo di dematerializzazione della forma, il dipanarsi del segno-gesto primario diventa determinante per la forma stessa.


Luoghi

  • Galleria RBfineart - Foro Buonaparte, 46 a - Milano
         

    dal lunedì al venerdì, 10 – 12.30 / 14 – 18 | sabato su appuntamento

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