19/11/2016  al 28/01/2017

Beatrice Pediconi. Dimensioni Variabili

Beatrice Pediconi. Dimensioni Variabili
z2o Sara Zanin Gallery è lieta di presentare Dimensioni Variabili, seconda mostra personale in galleria di
Beatrice Pediconi, che torna ad esporre in Italia dopo il progetto multimediale  9’/Unlimited  presso la Collezione Maramotti di Reggio Emilia (2013) e la seconda mostra personale negli Stati Uniti Alien/Alieno presso la galleria
sepiaEYE di New York (2016).
Nella ricerca odierna di Beatrice Pediconi chimica, pittura, fotografia, video ed installazioni si inanellano, si interconnettono, mossi dalla  necessità  espressiva  dell’artista che continuamente approda a  nuove esperienze  e nuove visioni. La pittura sull’acqua è la tecnica  primigenia da cui le altre  scaturiscono: pittura mutante o atto performativo dunque?
La polaroid, medium più volte utilizzato nel suo lavoro, è presente in mostra nel  nuovo  e insolito progetto  Dimensioni Variabili  che accoglie il visitatore all’ingresso della galleria. Nove libri, realizzati interamente a mano  dall’artista, scandiscono il  passare del tempo, il tempo di  nove mesi  necessari a realizzarlo.                                                                                      La mostra prosegue aprendo lo sguardo a una costellazione di polaroid di grande formato, per giungere nella sala principale della galleria trasformato in uno spazio d’ombra  in cui  sono installati  a terra,  per la prima volta, dei lavori inediti e un video di recente produzione in cui è esplicita l’idea del movimento e della permutazione della materia.
La costante  dell’intero percorso espositivo  dell’artista sono i pigmenti per colori ad olio e, naturalmente,  l’acqua,  elemento in cui siamo immersi e da cui emergiamo alla nascita, istante in cui l’individuo si orienta esclusivamente per sensazioni e il cui sguardo accoglie  un caos di forme. “(…) Da decenni Pediconi ha intuito che il primo luogo per rompere la maledizione della trasparenza è con il soggetto. Con le normali pellicole trasparenti, aveva catturato i motivi dell’inchiostro nell’acqua,  e in questo richiamava i maestri giapponesi del sumi-e. Faceva disegni del nulla. Che cosa era questo spazio fluido, organico nel quale ci invitava ad entrare se non un inconscio ottico, lascito del surrealismo, in cui le categorie di base dell’esperienza possono essere riformate? Non c’era alcuna intenzione di formulare programmi sociali, di promuovere un utopistico “nuovo mondo” . Al contrario queste astrazioni portavano a compimento una sfida personale, una sfida che gli artisti affrontano da secoli: Abbandonare il sonno. Pediconi ha reso opaca la trasparenza e, estendendo il progetto al video, ha cercato di far rivivere il senso primordiale di essere nata nell’acqua. (…)”. (Lyle Rexer, Trasparenza, cecità, acqua, traduzione di Franco Nasi, in Beatrice Pediconi - Something Alien…,  2016, Danilo Montanari Editore) 

Luoghi

  • Z2o project - Via della Vetrina, 21 - Roma
         

    Apertura: mar-sab 10.30 - 19.30 o su appuntamento

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