14/06/2021  al 25/09/2021

Barbara Kasten "selezione di Constructs"

A cura di: Paola Clerico

Barbara Kasten "selezione di Constructs" Barbara Kasten nasce a Chicago nel 1936, si trasferisce in Arizona dove si diploma in pittura e successivamente in Sculptural Textile Design al California College of Arts and Crafts di Oakland, California. Tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni ‘70 soggiorna in Polonia per studiare scultura e poi in Germania dove si interessa particolarmente alle teorie del Modernismo, del Costruttivismo e del Bauhaus. In quel periodo approfondisce la sua ricerca sui temi dello spazio e dell’architettura, nonché sull’importanza della sperimentazione e dell’interdisciplinarità. Nel 1973 torna negli Stati Uniti e si stabilisce a Los Angeles, cuore pulsante del Light and Space Movement che ha anch’esso una grande influenza sulla sua ricerca. Inizia a lavorare con la fotografia e, non avendo una specifica formazione, sperimenta in totale libertà con un particolare approccio pittorico e scultoreo.                                                                  
Fin dai primi lavori fotografici, una serie di cianotipie, Barbara Kasten si distacca dalla pura rappresentazione della realtà. Inizia a investigare la struttura e la percezione dello spazio, l’interazione tra la tridimensionalità e bidimensionalità, la qualità fisica dei materiali e l’incidenza della luce. Dagli anni ‘70 progetta e costruisce nel suo studio grandi installazioni scultoree ispirate alla metodologia del Bauhaus. Assembla materiali industriali e di recupero seguendo il canone costruttivista e affidandosi alla potente ambiguità spaziale propria della fotografia. In questo processo creativo lo scatto avviene solo dopo un lungo lavoro di riposizionamento degli elementi in base alla luce e ai suoi riflessi. Possiamo immaginare questa sorta di danza dell’artista che si muove dentro e fuori dal set, spostando luci, cartongesso, lastre di plexiglass, schermi, colonne, specchi, tavoli, seggiole e gli altri elementi. L’obbiettivo è quello di sfruttare al meglio entrambi i ruoli di creatrice di set e di fotografa, al di qua e al di là della macchina fotografica, sempre rigorosamente analogica e che non viene mai spostata, contrariamente alla composizione.                                                                      
Tutte le sue opere fotografiche, sia quelle realizzate in studio sia quelle riprese all’interno di importanti edifici architettonici, derivano da questa attenta e complessa interdisciplinarità performativa in cui convergono fotografia, pittura, scultura e architettura. Per ottenere un’immagine attraverso la composizione di oggetti tridimensionali, l’artista applica una sorta di dematerializzazione dell’oggetto, appiattendolo nella bidimensionalità fotografica. L’opera dunque subisce un cambiamento, una transitorietà che evoca la chiarezza prospettico-spaziale dell’assetto di partenza, distorcendo lo spazio grazie all’utilizzo di specchi o superfici trasparenti e alla loro intrinseca capacità di direzionare la luce.
Per Barbara Kasten la luce è da sempre l’elemento più importante. La sua funzione è quella di attivare i set, creare ombre, far vibrare le superfici dei materiali ed è soprattutto il mezzo attraverso cui trasforma la realtà.                                                                         
                                                                                                                                 Case Chiuse HQ in collaborazione con Bortolami Gallery, New York, e Kadel Willborn, Düsseldorf, presenta una selezione di Constructs, polaroid di grande formato a cui l’artista ha lavorato tra il 1979 e il 1986; tre stampe ai sali d’argento della serie Double Negative, 2012-2016; due grandi opere, Collision 122, 2019 e Transposition 12, 2014, entrambe stampe cromogeniche sensibili ai sali d’argento.                                                                            
Tutti i lavori in mostra sottolineano una continuità di ricerca in cui le forme, le dimensioni degli oggetti, la scala e la tridimensionalità dell’installazione originaria, vengono completamente trasfigurate nell’immagine fotografica che si svela ai nostri occhi come una “costruzione” astratta.   Barbara Kasten utilizza da cinquant’anni l’astrazione per creare nuovi modelli di interpretazione della realtà mettendo profondamente in discussione la capacità percettiva dell’osservatore. Richiedere attenzione nell’atto del guardare al fine di percepire anche ciò che si ignora, è il messaggio politico sotteso al suo lavoro.                                                         
 

Luoghi

  • Case Chiuse - Via Rosolino Pilo, 14 - 20129 Milano
         
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