27/08/2013  al 05/09/2013

Anna Maria Fardelli. Filamenti di luce

A cura di: Alfio Borghese con testo di Loredana Rea

Anna Maria Fardelli. Filamenti di luce

Per questa esposizione Anna Maria Fardelli presenta dei lavori recenti, che si inseriscono in    un ciclo più ampio che va elaborando già da alcuni anni. Nascono dall’idea di materializzare visivamente la compenetrazione luminosa di elementi differenti, per analizzare cromaticamente l’energia messa in gioco dal loro incontro. Le opere, infatti, sono progettate a partire dal colore e dal segno, seguendo le modalità della stampa serigrafica, attraverso cui l’artista costruisce tele di grandi dimensioni e opere su carta, in cui all’infittirsi di campiture cromatiche di diversa struttura corrisponde il ritmo crescente di modulazioni intense. Il risultato è di grande impatto: filamenti colorati, tracce iridescenti si intrecciano tra loro e si espandono come onde inarrestabili, a scandire lo sviluppo di una tessitura cromatica, che all’improvviso sembra smagliarsi, lasciando emergere forme stranianti eppure familiari. “Sono – come scrive Loredana Rea nel testo critico - enigmatiche apparizioni, che non raccontano, ma alludono e suggeriscono, incastonandosi nelle campiture delineate dagli orditi e dalle trame della materia pittorica, suggerendo nuove prospettive di interpretazione”.

 

Testo critico di Loredana Rea

Il lavoro di Anna Maria Fardelli fin dalle prime esperienze si è sviluppato seguendo linee di ricerca strettamente connesse alla pittura, scelta come strumento espressivo primario e, soprattutto, come costante punto di riferimento per esplorare territori culturali ed esistenziali contigui, concatenati gli uni agli altri. Dalla metà degli anni ’80, infatti, la pittura le ha permesso di sperimentare soluzioni formali di grande forza, in cui la sensualità del colore, esaltata da una gestualità fatta di pennellate avvolgenti e dense, rincorreva la possibilità di rendere palpabile la qualità emotiva, intrinseca all’atto creativo. Alle soglie del nuovo millennio è emersa, invece, la necessità di una fertile contaminazione con altre pratiche operative, decantando lentamente l’irruenza di ascendenza informale che le aveva permesso di rendere manifesta l’intensità del sentire. La pittura allora ha cominciato a misurarsi con le regole della stampa serigrafica, per coniugare l’istintività del gesto, intesa come espressione immediata di sé, e la sua presa di coscienza, cercando un equilibrio tra l’esuberanza della pennellata e la sua messa in forma. Intorno a questi presupposti l’artista ha tracciato un nuovo percorso di sperimentazione, in cui il senso del colore è ancora dominante, anche se modulato da tessiture precedentemente calibrate, per esaltare senza irrigidirla quell’intelaiatura geometrica sottesa alle campiture cromatiche, che si intersecano e giustappongono, materializzando una dimensione immaginifica complessa, giocata tutta sulla ricerca di un’armonia tra l’emozione del sentire e il rigore formale. Attraverso gli strumenti forniti dalla serigrafia, che le hanno permesso di declinare le suggestioni originarie seguendo gli input di rinnovate posizioni concettuali, la pittura ha continuato a offrirle la possibilità di esplorare le profondità esistenziali, in cui le tracce del vissuto diventano gli elementi fondanti di una personale grammatica artistica. L’urgenza espressiva tende ora a ordinarsi, a trovare sulla superficie una diversa organizzazione, senza cancellare gli impulsi eterogenei che il colore riesce a trattenere, come indizi di esperienze che non possono essere dimenticate. I lavori recentissimi, inseriti in un ciclo più ampio, nato dall’idea di rendere cromaticamente visibile la compenetrazione luminosa di elementi differenti, sono costruiti intorno alla necessità di analizzare l’energia messa in gioco dall’incontro di forme e segni, per lasciarsi catturare dalle iridescenze generate dal loro inarrestabile fluire. Il risultato è di grande impatto: filamenti colorati, tracce di luce si intrecciano tra loro e si sovrappongono, con moto inarrestabile, senza inizio né fine. L’espandersi o il contrarsi dell’ordito, come seguendo il ritmico pulsare della vita, l’aggregarsi e il diradarsi dei segni, per ricomporre la direzione di una forza che tutto pervade, si offre allo sguardo come momentaneo equilibrio tra visibile e invisibile, lasciando affiorare il continuo proliferare di dinamismi differenti in intensità e direzione, che si adagiano momentaneamente sulla superficie, pronti poi a trasformarsi in altro come per il perfetto meccanismo di un caleidoscopio. Le opere sono progettate seguendo le prassi legate al sistema di stampa serigrafica: l’artista ha realizzato tele di grandi dimensioni e opere su carta, in cui all’infittirsi di stesure tonali di diversa struttura corrisponde l’andamento crescente di modulazioni intense. L’esuberanza cromatica è tenuta sotto registro dall’esigenza di un’impaginazione, che avviene solo quando la stratificazione delle campiture è completamente bilanciata da una rigorosa misura percettiva, così da creare una tessitura, in cui flussi di segno diverso attraversano la superficie per accarezzarla con delicatezza o tagliarla con vigore, lasciando affiorare una forma, che suggerisce la persistenza di un substrato iconico. Infatti, anche se l’impianto delle opere di Anna Maria Fardelli risulta essenzialmente astratto, inaspettatamente in una smagliatura nel tessuto cromatico compaiono figure, elementari nella struttura ma complesse nella valenza simbolica, che l’occhio fatica a focalizzare. Sono enigmatiche apparizioni, che raccontano, alludono e suggeriscono, incastonandosi tra gli orditi e le trame della materia pittorica, per suggerire nuove prospettive di interpretazione.


Luoghi

  • Villa Comunale di Frosinone - Via Marco Tullio Cicerone - 03100 Frosinone
             0775 874141

    Orario: martedì - domenica 10-13 e 16-20

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