03/12/2016  al 29/01/2017

Andy Warhol. Made in Usa

A cura di: Graziano Menolascina

Andy Warhol. Made in Usa
Sabato 3 dicembre 2016 alle ore 18.00, la Galleria Formaquattro inaugura, Made in Usa by Andy Warhol, una retrospettiva dedicata all’artista più rappresentativo della Pop art americana Andy Warhol, (Pittsurgh, 6 agosto 1928 – New York, 22 febbraio 1987). Curata da Graziano Menolascina ,la mostra presenta un percorso completo di tutto il lavoro svolto nella carriera dell’artista, che va dalla serie delle polaroid, alla serie delle icone e i ritratti, tutti gli oggetti e i manifesti pubblicitari, la serie degli strumenti musicali e i vinili utilizzati e realizzati per e dalle grandi Pop Star come Michael Jackson, Rolling Stones e Liza Minnelli. La coloratissima serie dei Flowers e degli Space Fruit, la fantomatica serie di personaggi dei fumetti I Myths, sino agli intramontabili Self Portrait. Andy Warhol è stato prima di tutto un eccellente comunicatore, che meglio di qualsiasi altro artista ha saputo interpretare i cambiamenti rivoluzionari in atto nella società del benessere e dei consumi degli anni ’60, comprendendo i potenti meccanismi della pubblicità e utilizzandoli nell’impostare tutta la sua filosofia, la sua poetica artistica, ma soprattutto la sua vita, al punto da essere considerato un’opera d’arte a sua volta. Pittore, fotografo, cineasta, produttore cinematografico, di gruppi musicali e teatrali, scrittore (filosofo e sociologo) ed editore. Tutti ruoli che ha rivestito alla perfezione portando avanti, con una personalissima visione dell’estetico e della rappresentazione creativa. L’utilizzo di colori accesi e contrapposti, l’esaltazione di idoli rappresentativi in uno schema che si può riassumere nei concetti base di bellezza-potere-moda, il consumismo, la ripetitività, l’arte di Andy Warhol è insomma la raffigurazione di un’epoca attraverso le sue immagini chiave. Andy Warhol, con la sua personalità e con la sua immagine, rifletteva i desideri della cultura consumistica americana e la sua opera non è altro che un prolungamento coerente con tutto questo. Le sue serigrafie in serie di personaggi famosi o di prodotti di largo consumo diventano il manifesto di un’ attenzione maniacale all’immagine, all’apparenza, e soprattutto sfidano sfacciatamente il mondo dell’arte tradizionalmente intesa.
Al termine del periodo di esposizione, la mostra sarà disponibile on line sul sito www.formaquattro.com, grazie al tour virtuale realizzato da Dimensione3 www.dimensione3.com

MADE IN USA BY ANDY WARHOL
a cura di Graziano Menolascina
Andy Warhol (1930-1987) è il personaggio più rappresentativo della pop art americana. Figlio di un minatore cecoslovacco emigrato negli Stati Uniti, comincia la sua grandiosa carriera artistica rifiutando qualsiasi esperienza maturata in Europa, ignorando completamente tutte le evoluzioni e le varie stratificazioni concettualistiche della storia dell’arte per improntare la sua rivoluzione su un’unica base stilistica e cioè la cultura di massa americana. Diverse le sue ispirazioni: il cinema, la musica, i fumetti e la pubblicità, senza alcun criterio estetico, ma come puro istante di registrazione delle immagini più note e simboliche. Un panorama vastissimo di simboli dal volto di Marilyn alla bottiglietta Silver Coke Bottle, dai Myths ai i barattoli di pomodoro Tomato Soup alla scatola di detersivo Brillo. Warhol non adotta nessuna scelta estetica e non ha alcuna intenzione di polemizzare o criticare la società di massa americana. Il suo è solo un modo unicamente legato ad un passaggio storico, alla documentazione di una nuova società che si muove sotto una nuova dea immagine. Non è da escludere un’altra faccia interpretativa che in queste operazioni vede una presa di coscienza nei confronti del Kitsch che dilaga nella nostra società, anche se ciò, a detta dello stesso Warhol, sembra del tutto estraneo alle sue intenzioni. Il percorso artistico di Warhol si è mosso tutto nella cultura newyorkese, quando New York divenne capitale mondiale della cultura. Warhol in questo ambiente underground spiccava, presenziava ovunque, costruendo ed investendo tutto sulla propria immagine. In continuo movimento riuscì a legarsi con il mondo del cinema, del teatro, della musica e della moda. Gli esordi da pittori risalgono agli anni 60’ , dopo un precedente trascorso da disegnatore industriale. Una delle tecniche più utilizzate era quella del riporto fotografico, con la violenza dei colori industriali della stampa offset, che dissacrava il concetto di unicità dell’opera d’arte, creando un procedimento artistico meccanico. Inoltre, sarà autore di film e cortometraggi sulla stessa tematica, che realizzerà insieme ai collaboratori del suo “La Factory” a Manhattan, dove si svolgevano tutte le attività artistiche e mondane del gruppo Pop. Un fenomeno continuamente discusso, quello di Warhol, troppo eccentrico e troppo al centro del consumismo, che proprio in quegli anni si cercava di combattere. Ebbene nonostante tutto la produzione ebbe un riflesso mondiale, portandolo in tutte le più grandi e riconosciute manifestazioni d’arte. I suoi happening multimediali, le sue riproduzioni video, i suoi progetti televisivi, i ritratti dei divi Hollywood e le sue pubblicazioni continuarono ad invadere le capitali mondiali per tutti gli anni settanta e ottanta, fino alla l’ultimo capolavoro “Last Supper” ispirato all’ultima cena di Leonardo. Un modo di fare arte poco comprensibile specialmente nella cultura occidentale. La sua personale indifferenza a quanto rappresenta, senza alcun intervento interpretativo, spoglia le sue opere di qualsiasi intento comunicativo. In tal senso la difficoltà di valutare tali opere pone seri problemi, ad un fruitore europeo. La rappresentazione di scatolette di minestra al pomodoro che significato ha? Visto che l’immagine non ha un valore estetico, si è ricercata in essa un valore etico: la scatoletta, rappresentando l’omogeneizzazione della società moderna che propone alimenti preconfezionati uguali per tutti, può diventare implicitamente una critica a tale società. Ma ciò non sembra nelle intenzioni di Warhol, che anzi, nella società americana, vede un valore positivo proprio per il suo grande livellamento. Il bello degli americani, come Warhol stesso sosteneva, è che mangiano tutti le stesse cose, dal presidente degli Stati Uniti al barbone che è seduto per strada. In ciò è evidente quella mitica “american way of life” in cui l’uguaglianza è realizzata in una società che consente uguali possibilità per tutti. L’intento di Warhol sta nel demolire il mito dell’arte europea come espressione di una cultura “alta”, ricollegandosi a quelle esperienze dadaiste tipo i ready-made di Duchamp, con le quali condivide l’intento dissacratorio. Le scatolette Campbell diventano fonte di ispirazione per una lunga serie di quadri, rappresentandole in diverse angolazioni, colorazioni, aperte o chiuse. La paranoica ripetizione dell’immagine assume ovviamente lo stesso meccanismo delle pubblicità, che ancora oggi ci tartassa. La bottiglietta di Coca Cola simbolo di giovinezza e dinamicità. Il bombardamento ripetitivo delle immagini, provoca nella nostra mente in maniera inconscia una sorta di riconoscimento, infatti è una delle molle che ci porta ad avere delle scelte o delle preferenze per un prodotto piuttosto che per un altro. Dalla pubblicità al mondo del cinema, la sorridente Marilyn Monroe replicata in serigrafia in dieci versioni di colori diversi, crea una sorta di astrazione del volto rendendola sempre più un’icona tipicamente americana. L’arte di Warhol doveva essere consumata come un qualsiasi altro prodotto commerciale. Le tematiche scabrose di tutte le scene riprese nelle opere erano probabilmente il segreto del suo successo, rendendolo contemporaneamente personaggio scandaloso e per altri versi molto alla moda. 

 

Luoghi

  • Galleria Formaquattro - Via Argiro, 73 - 70124 Bari
             080 5612271    080 2145926

    orario: Lun-Ven 10:00-12:30 / 16:00-20:00 Sab 10:00 - 12:30

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