21/11/2015  al 21/12/2015

Andrea Rimondo. Massi erratici

A cura di: Barbara Codogno

Andrea Rimondo. Massi erratici
Nel solco di una proposta culturale che privilegia la trasversalità del linguaggio artistico contemporaneo e ha saputo trasformare l'Amsterdam Café in laboratorio di ricerca dei nuovi linguaggi espressivi, la stagione espositiva 2015 si chiude celebrando la nobiltà delle arti visive con “Massi Erratici”, personale di pittura e scultura dell'artista Andrea Rimondo.
 
In esposizione una decina di opere pittoriche dove le tecniche utilizzate spaziano dall'olio su tela al carboncino su compensato; e 5 sculture, 4 grandi teste ( in legno di tiglio e cedro del libano ) e una Madre in pietra di Vicenza. 

Testo critico di Barbara Codogno:
“Andrea Rimondo è un poeta. Tutti i suoi lavori hanno un'impronta forte, decisa, nitida.
Risulta subito evidente e interessante una certa sua coazione a ripetere: Rimondo disegna e scolpisce “teste”, parti anatomiche smembrate dal corpo; oppure corpi che si danno solo in trasparenza, come studi di figure mancanti.
Questo “corpo” pesante e incompleto rende bene l'intimità dell'autore che, in quanto poeta, abbonda in solitudini.
Uno dei suoi componimenti poetici, racchiuso nell'antologia “Fingendomi acqua” titola “Solitudine” e racconta: “ Ghiaccio/ troppo ghiaccio mi circonda... colline nere/ naufragare/ sotto ai miei perduti passi”.
Dopo aver visitato la sua isolata casa, piena di opere d'arte e di gatti e galline, davanti a tutte quelle teste dipinte e scolpite su legno e su pietra, portavo dentro me la montagna.
Per quel modo di fare che ha Rimondo, il suo essere gentile, timido, schivo,  puro e profondo, come solo chi abita alte vette può ancora.
Leggendo le sue poesie, poi, soprattutto quella che ho citata, mi sono trovata arrotolata tra lingua e cuore una pietra sacra: il trovante.
Solo i geologi e le streghe conoscono i trovanti, piuttosto noti come MASSI ERRATICI. 
Sono delle grandi rocce trasportate a fondovalle dai ghiacciai. Dopo che il ghiacciaio si è ritirato, scavando, levigando, scolpendo con i suoi gelidi artigli la dura roccia, questi massi si trovano soli e sperduti in mezzo alla pianura.
Rimondo è masso erratico; porta in sé le cicatrici degli artigli.
Emozioni terribili che solo l'artista può cavalcare senza soccombere.
Ma su Rimondo, uomo di alte vette, le cicatrici evaporano in sguardi morbidi e fanciulli. Il suo è un urlo che non fa tremare, è lacrima trattenuta, è nostalgia, è rimpianto che svanisce di fronte a un'inaspettata bellezza.
Le sue teste seriali sono massi erratici, perché il suo è un corpo antico, è montagna dilaniata dal ghiaccio che però non sa saputo prendergli anche l'anima.
La sua testa ruota, si capovolge, rotola, circola, si trasforma, assume forme plurime, ora grige ora colorate, ora angoscianti, ora riscritte da parole che si sommano e si sostituiscono alla pittura.
Rimondo però non inganna, il naso è sempre naso e anche se così cancellata dal ghiaccio, la testa è sempre nobile, maledettamente umana, meravigliosamente terrena.
Una testa che è “Madre” di tutte le cose.
Non crediate Rimondo sia un istintuale, altrimenti non sarebbe un poeta. Per poetare bisogna saper trattenere l'urlo, decantare il dolore fino alla sua epifania.
Per questo le sue sculture ( cfr. Madre) sono così fortemente evocative, perché trattengono la virile nobiltà, la forza della pietra. Hanno resistito ai ghiacci. Sono rimaste vive, sono sopravvissute al dolore.
Ma il corpo è un tempio sacro.
Dove mettere allora tutta questa testa? Forse nei “Gemiti ansimanti vivono a ritmo di cuore?” scritta dall'artista per “Una ragazza di Spagna”.
Egli si guarda intorno, il ghiacciaio l'ha lasciato vivo e solo.
Come riempire la solitudine? In “Studi di figure”, opera magistrale, Rimondo su sfondo di nera notte cupa, abbozza figure in trasparenza, sono tre. Si intravedono i contorni delle braccia, un profilo che volge gli occhi al cielo. O sono forse chiusi gli occhi? E le figure sono pietra o carne?
E così, Rimondo ci abbandona.
Siamo noi adesso i Massi Erratici, monoliti di solitudine senza scampo, ridotti a moltitudine di silenzio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Luoghi

  • Amsterdam Café - Via Vicenza, 23 - Padova - Italia
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