12/04/2013  al 07/05/2013 alle 15:00

Anamorfosi Della Verita'

A cura di: Franco Cipriano

Anamorfosi Della Verita'

Per “Percorsi contemporanei”, ciclo di mostre ideate e curate da Franco Cipriano per Spazio Zero11, si presenta un evento di singolare manifestazione nello scenario napoletano dei progetti espositivi. “Anamorfosi della verità, enigmi della scultura” è la mostra in cui undici artisti – Gabriele Castaldo, Franco Cipriano, Oppy De Bernardo, Gerardo Di Fiore, Nino Longobardi, Pasquale Cassandro, Vito Pace, Vincenzo Rusciano, Salvatore Vitagliano, Ciro Vitale, Luigi Vollaro – con differenti formazioni artistico-culturali e provenienze geografiche, compongono un incrocio di gesti, pratiche e riflessioni sull’opera come ‘estrema memoria’ della scultura. 
Dal testo in catalogo: “in accadimenti controversi, tra forma e immagine, tra materia e segno, tra visione spaziale e oggetto psichico, l’esposizione delle opere ‘mette in gioco’ analogie e contrasti, tensioni e segrete intese. In traiettorie oblique di evocazioni memoriali, le opere proiettano l’una sull’altra - nell’altra - la propria ombra di verità, e il proprio enigma di senso. L’oggetto della scultura, evocato in materia immaginale, spazio figurale, forma trasmutante, come dispositivo di ‘conversione’ in esperienza di linguaggio ‘ri-vela’ pensieri ellittici, accadimenti del senso visibili su punti di vista eccedenti, mai il loro intendimento sarà ‘la chiarezza’ del concetto o l’esibita hybris della propria ‘definizione’. L’opera si presenta nell’ambiguità dell’evidenza ‘espressiva’, sospesa tra “il dirsi e il disdirsi”; in essa cova, paradossale radice ontologica, il vuoto originario, l’inconoscibile presupposto, la ‘terra’ assente sulla quale l’artista edifica la sua profetica verità. Interrogazione ‘senza senso’ della Verità, dunque, è il gesto meditante dell’arte. ‘Ricerca’ nascente nel destino di una domanda in-finitamente ‘tradita’, ché la verità è il silenzio stesso della Verità nel quale il linguaggio ‘autentico’ riflette il proprio essere ‘in opera’, e ne annunzia l’improbabile disvelamento (…). 
Nel riflettere echi lacerati della storia artistica, bagliori di stili e di ideologie, risonanti di melanconica gloria, il ‘pensiero materiato’ della scultura, nel manifestarsi nella lateralità del senso, è ‘interrogato’ nella ‘dissoluzione progettuale’ del linguaggio, sulle estreme soglie di memoria e oblìo. Tra persistenza e negazione, costruzione e decomposizione, gesto concettuale e originarietà formale, ogni ‘possibile’ risuona di essenziale ‘impossibilità’. (…) Inclinandosi la verità dell’uno nella verità dell’altro, e ritrovando comuni ‘radici di silenzio’, nella topologia espositiva del ‘visibile pensiero’ delle opere risuonano in controcanto dialogo e solitudine, nel tragico sentimento del vedere vedendosi, costitutivo del mostrarsi ‘indeterminato’ delle forme nell’arte. L’accadimento espositivo ‘si confessa’ luogo di trasfigurazioni ‘sospette’ di storie e linguaggi, esistenze e memoria, di generazioni e di cultura.(…) Nel laboratorio delle ‘ombre allegoriche’, dove il senso è nell’altro da sé…le opere incarnano ‘riflessioni’ deposte nei frammenti delle ‘forme simboliche’ dell’arte: enigmi memoriali, tra ironia e dramma, che si ergono come erme sui confini di un ineffabile, anamorfico significare.” 

La mostra è realizzata con la collaborazione di Raffaella Barbato e di Carlo Mosca 


Luoghi

  • Spazio Zero11 - Via V. Veneto, 514 - Torre Annunziata - Napoli
             081.5362838     3338998740

    Liceo Artistico G. de Chirico - orario scolastico ore 9.00/15.00 per appuntamento, ore 15.00/18.00

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