14/02/2015  al 25/03/2015

Anahita Hekmat. 10-Years is the Best

Anahita Hekmat. 10-Years is the Best
La galleria Muratcentoventidue Artecontemporanea prosegue il suo programma espositivo con “10-years is the best”, la prima mostra personale in Italia dell’artista iraniana Anahita Hekmat. Anahita Hekmat è nata a Teheran, dove ha conseguito una laurea in pittura. Nel 2003 si è trasferita in Francia dove ha proseguito gli studi presso l'Ecole Supérieure des Arts Décoratifs di Strasburgo, concentrandosi in seguito sui video e sulle installazioni .Tra il 2007 e il 2010 si è avvicinata allo studio dell’antropologia ed è stata membro del gruppo di ricerca e di innovazione EnsadLab nel settore dei dispositivi interattivi. Il suo lavoro comprende una vasta gamma di media dai più tradizionali, come la fotografia, il disegno, la video installazione ai più innovativi mezzi tecnologici come configurazioni urbane interattive , siti web e progetti basati su tecnologie mobili. 
Spesso il suo lavoro si svolge con la collaborazione di etnologi, musicisti, programmatori e altri specialisti per creare esperienze multimediali multidisciplinari. 
L’artista, che ha vissuto nella sua infanzia il conflitto tra Iran e Iraq, si misura in questa mostra con il più difficile dei temi, quello della guerra, affrontandone uno degli aspetti più sensibili, gli effetti sui bambini. La guerra è durata otto anni ed è stata il conflitto, combattuto con armi convenzionali, più lungo del 20° secolo. Per i bambini iraniani e iracheni della sua generazione, questa guerra è stata parte integrante del loro ambiente di vita e la fine della guerra ha coinciso con la fine dell'infanzia. E come ogni altro conflitto, questa guerra ha avuto molti effetti indiretti e profondi a livello sociale, nonché intimo. 
Cercando di ricordare la visione dei resti di una festa di compleanno in un rudere di una casa bombardata, visitato una volta, l’artista propone una video installazione che si compone di tre elementi: un video intitolato Acrophobia, una serie di foto di compleanno di amici e parenti iraniani cresciuti durante il conflitto e infine un wall painting che mostra una casa bombardata, un mix di immagini di rovine di guerre avvenute negli ultimi anni in Iran, in Palestina, in Siria, ... 
A proposito del video presente in mostra, Acrophobia ,l’artista osserva: “Come possiamo ricordare il tempo che passa? I ricordi perduti, anche registrati ma estrapolati dal contesto, possono solo appartenere al passato, un tempo definito dal suo essere ormai trascorso. Acrophobia tenta di decostruire e ricostruire un attimo, un respiro che si ripete all'infinito in uno spazio vuoto, virtualmente senza fine”. 
Le parole che scorrono sul video sono la traduzione in inglese degli ultimi versi del Prometeo Incatenato di Eschilo. 
Il mondo dell'infanzia è un motivo ricorrente nel suo lavoro. L'infanzia e riti di passaggio funzionano come base di riferimento per unità temporali universali. Così che ogni spettatore può trovare una base spazio-temporale che è sia molto personale e comune allo stesso tempo. 
La serie di video dal titolo Apparizioni è un work-in-progress sul tema dell'infanzia, sul quale la Hekmat sta lavorando dal 2004. Apparizioni di bambini che interagiscono con l'ambiente circostante e le persone adulte. La tipologia di rituali personali che i bambini svolgono è concepita come metafora della complessità del processo di crescita. Nei suoi video, parte da frammenti d’immagini (girate in generale per lo più durante i suoi viaggi) che creano un approccio documentario e mediante il time stretching, la manipolazione e la sovrapposizione, crea una finzione poetica e mitica. 
In generale, il suo lavoro è la costruzione di un tempo sospeso in cui i personaggi, astratti dalla loro dimensione spaziale, sfiorano i confini tra il documentario e la fiction. Il suo obiettivo è realizzare video o creare dispositivi per riuscire a cogliere dei fenomeni percepibili come il "quasi nulla", ad esempio il respiro, i piccoli movimenti delle foglie di un albero, entità invisibili che si propagano nello spazio. 
Nelle sue installazioni di solito compaiono più schermi in dialogo tra loro e la composizione del suono, utilizzata per dilatare lo spazio e la dimensione temporale, ha una grande importanza. Utilizza spesso spazi chiusi, tunnel esistenti o ricostruiti, camere oscure e posti nascosti per costruire un percorso per gli spettatori come risultato di un'esperienza "in-situ". Utilizzando elementi architettonici del passato, a volte anche solo tracce, come antiche vestigia, fa sì che emerga la capacità di uno spazio specifico di richiamare e riattivare la memoria del passato nel presente. 

Luoghi

  • Muratcentoventidue Artecontemporanea - Via G. Murat, 122/b - Bari
             393.8704029

    Orario di apertura: dal martedì al sabato, dalle 17 alle 20

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