27/06/2010  al 12/09/2010

’60 e dintorni. Nuovi miti e nuove figure dell’arte,

’60 e dintorni. Nuovi miti e nuove figure dell’arte, Promossa dal Comune di Riccione con il sostegno e il patrocinio dell’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Rimini, l’esposizione costituisce una ulteriore significativa tappa del percorso di approfondimento e divulgazione di aspetti, momenti e figure dell’arte italiana, intrapreso dal museo fin dalla sua fondazione nel 2005. La mostra, con circa cinquanta opere di 35 esponenti di primo piano della vicenda artistica nazionale (tra i quali Valerio Adami, Getulio Alviani, Enrico Baj, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Leonardo Cremonini, Lucio Fontana, Jannis Kounellis, Mattia Moreni, Concetto Pozzati, Mimmo Rotella, Germano Sartelli, Mario Schifano), intende offrire uno spaccato del periodo che va dalla fine degli anni ‘50 ai primi anni ’60, uno dei momenti più vivaci ed intensi per fermenti ed esperienze del Novecento oggi al centro si significative rivisitazionie riletture sul piano storico e critico. In particolare, in questa rassegna fanno da limite cronologico le date 1958 e 1964 che rimandano a due episodi emblematici: la mostra di Pollock alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, e la Biennale di Venezia che sancì la fortuna internazionale della Pop Art. Dunque, dalla consacrazione italiana di uno dei protagonisti dell’Informale, che coincide anche con l’inizio della parabola discendente del fenomeno, all’ufficializzazione del 1964 di una tendenza sorta in Inghilterra un decennio prima, ma che solo da Oltreoceano assume una spinta decisiva e una fisionomia universalmente nota. Gli anni del boom economico e della felliniana “dolce vita” corrispondono ai tempi delle trasformazioni, anche radicali, che dall'Europa all'America segnano in modo decisivo le linee dell'arte. Dalla fine degli anni cinquanta, con l'esaurirsi delle poetiche informali, irrompe sulla scena una nuova generazione, che sensibile a miti e riti del consumismo di massa, attinge allo sterminato campionario d’immagini della pubblicità e dell'iconografia urbana. Ma alla diffusione della Pop Art, nata in Inghilterra, impostasi negli Usa come specchio della società americana, e interpretata in Italia con una sostanziale diversità d'accenti, si accompagnano anche ricerche di segno opposto, come quelle dell'Arte programmata e dell'Optical, e, ancora, di una “Nuova figurazione” che insiste sull'immagine dell'uomo e la sua drammatica condizione nella società contemporanea. Nella dimensione più generale dell’arte, quella italiana ed internazionale, entro la quale sono trascorsi i mitici, famosi anni ’60, c’è spazio anche per un capitolo riguardante la nostra realtà territoriale, che non può certo dirsi locale esclusivamente d’interesse locale, se si considera la già chiara fama e il ruolo internazionale della riviera romagnola del tempo e la portata di quelle esperienze. Non a caso l’ideazione dell’esposizione odierna, che si deve a Daniela Grossi, Orlando Piraccini e Claudio Spadoni, rimanda ad uno specifico progetto che coinvolge la Provincia di Rimini, volto a riscoprire e valorizzare gli anni ’60, sotto i più diversi aspetti, culturale e del costume, come uno dei periodi della storia recente in effetti più decisivi della riviera romagnola, capace di sostanziali modificazioni sul piano ambientale e sociale e capace di dettare mode e tendenze che vanno rilette a distanza di tempo in rapporto alla nostra più stretta attualità.

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Luoghi

  • Via Gorizia 2 - Rimini
     

    Luogo: Villa Franceschi Note apertura: Mattino: martedì e giovedì dalle ore 8.30 alle ore 12.30 Sera: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato dalle ore 20 alle ore 23. tel. 0541 693534 – 600113