09/05/2018  al 24/05/2018

2018 1968 Eterno presente + Figurativa/Astrattiva

A cura di: Maria Rosa Pividori, Donatella Airoldi - testi di Robero Mutti, Mimma Pasqua

2018 1968 Eterno presente + Figurativa/Astrattiva
PHOTOFESTIVAL 2018
 
artisti: Milena Barberis, Giulio Crosara, Giulia Dalaj Comenduni, Carlo Delli, Francesco Forgione, Orazio Garofalo, Chiara Giorgetti, Alessandro Gordano, Annalisa Guidetti*, Nicola Labate, Alessio Larocchi, Marcello Mazzella, Domenico Pievani, Sabina Sala, Carlo Vidoni + Alessandra Bonelli, Enrico Cattaneo, Mavi Ferrando, Elio Mariani, Giovanni Ricci*, Giovanni Rubino
*courtesy archivio fotografico A.Guidetti e G.Ricci
 

 
La mostra presenta due sezioni: 
‘2018 1968 eterno presente’ - Immagini fotografiche dal/del 1968 da reindagare nel 2018. Gli autori hanno colto fortemente il proprio tempo in senso anticipatorio rispetto alla ricerca e ai tempi a venire.
Alessandra Bonelli, Enrico Cattaneo, Mavi Ferrando, Elio Mariani, Giovanni Ricci*, Giovanni Rubino.
‘Figurativa / Astrattiva’ - L'intento è quello di applicare alla fotografia due categorie “semplici”, generalmente utilizzate per la pittura, al fine di ottenere nuove domande e fruire delle immagini con nuove percezioni al di là delle apparenze, delle ambiguità, della nuova costruzione delle immagini, al di là dell'immagine stessa.
Come percepiamo e definiamo oggi le immagini figurative e/o astratte?
Quali caratteristiche diamo alle immagini attraverso queste due denominazioni?
Come attraverso la fotografia si può rappresentare oggi la realtà e/o spiritualità in epoca di grandi complessità, ibridazioni, mutazioni, manipolazioni digitali ecc.? ...
 
2018 1968 ETERNO PRESENTE
Roberto Mutti
NON ERA CHE L’INIZIO…..
Di fronte ai giovani che sfilavano sfrontati le vie chi li guadava da fuori viveva uno scoramento che aumentava quando si levava alto il più noto degli slogan cantato in un orgoglioso francese Ce n’est qu’un dèbut che a loro non prometteva niente di buono. Infatti era l’inizio di una stagione che non avrebbe cambiato il mondo come si sognava ma il costume e il rapporto con l’espressione artistica questo sì. Lo dimostrano queste opere che conservano una forte vitalità perché la fotografia di quegli anni sapeva essere radicale come i film di Carmelo Bene, le teorie del Gruppo 63, la musica di Luigi Nono. Emergono, nelle riprese di Giovanni Ricci, volti e posture di artisti come Nanda Vigo elegante fra le sue opere alla Galleria Apollinaire “il covo dell’avanguardia più oltranzista”, mentre nel reportage scattato con ardite riprese da Enrico Cattaneo nel 1968 all’interno della Triennale occupata si sente l’eco di un radicalismo assoluto perché, suvvia, quella edizione non era proprio “fascista”. La ricerca di nuove tecniche care alla Mec Art si ritrova nella cupa folla di poliziotti CRS durante il maggio parigino colta da Elio Mariani, nel luccichio onirico  delle audaci composizioni di Alessandra Bonelli, nei collage militanti di Giovanni Rubino. Mavi Ferrando ci riporta nella dimensione del privato con quei ritratti delicati e antiretorici, quelle pose femminili naturalmente disinvolte che le rubriche di bon ton avrebbero condannato e che invece segnavano l’avvento di una nuova era.
 
Figurativa-astrattiva
Mimma Pasqua
Verso inesplorati orizzonti
La forma mentis calibrata su categorie novecentesche porterebbe a concepire una contrapposizione fra le modalità espressive che si sono contese il primato in tempi che ci sembrano ormai lontani, la figurazione e l’astrazione. La figurazione dava, secondo un concetto conclamato, un’immagine della realtà esperibile dai nostri occhi e identificabile con certezza. Mentre per l’astrazione si faceva ricorso al verbo latino ”abstrahere ”trarre da” per renderne comprensibile la genesi che portava a isolare forme geometriche e non per poterle rappresentare visivamente. Un’operazione, quindi, concettuale. La realtà che è vitale dinamismo si è incaricata di superare questa semplificazione. La fotografia è per eccellenza il mezzo di presa sul reale ma è nel contempo anche qualcosa che va al di là della pura oggettivazione della realtà, poiché l’inquadratura che il fotografo sceglie per ritagliare il pezzo di vita che gli è davanti crea una decontestualizzazione del soggetto che lo rende ”altro”, carico di un che di misterioso come se quella porzione di realtà si rivelasse a noi con un’anima nuova. La commistione dei mezzi tecnici che già dagli anni ottanta ha portato al superamento di schemi in nome di una totale libertà dell’artista ha fatto sì che l’ambiguità di senso assumesse un ruolo importante nella ricerca artistica. Diventa essenziale a tal fine la componente concettuale, cioè il pensiero che sta alla base della ricerca e non più la sua categorizzazione. Questo stato di fatto ha creato una realtà  composita in continua mutazione.
Sedici artisti della fotografia contemporanea (ma la distinzione fra fotografi/fotografi e artisti/fotografi non è più attuale) sono stati invitati per la sezione “Figurativa/Astrattiva” della mostra che si avvale anche di un’altra sezione dal titolo “2008 1968 Eterno Presente” e hanno proposto lavori che testimoniano interessanti tendenze dell’arte d’oggi in cui è  possibile evidenziare il desiderio di una febbrile partecipazione diretta all’odierno panorama artistico con una scelta anti-ideologica che non incapsula l’artista in un ruolo definito.
 

Luoghi

  • Quintocortile - Viale Bligny, 42 - 20136 Milano
             02 58102441     338. 800. 7617

    orario:mar, mer, ven 17.15-19.15, giovedì su appuntamento - ingresso libero

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