Villa Emilio

Biografia di Villa
Emilio Villa nasce il 21 settembre 1914 ad Affori (Milano). Inizia gli studi al seminario di Seveso, e tra il 1933 e 1936 frequenta l’Istituto Biblico di Roma dedicandosi allo studio del sumero e della filologia semitica antica. Intraprende una traduzione della Bibbia a cui si dedicherà per tutta la vita. Nel 1934 pubblica a Bologna la sua prima raccolta di poesie “Adolescenza” scritta tra i sedici e venti anni.  Arruolato dalla  Repubblica di Salò, si nasconde in Toscana ospite dello scrittore e critico d’arte Samminiatelli. Verso la fine del 1943 torna a Milano, dove vive in clandestinità. Tra il 1951 e 1952 si trasferisce in Brasile dove  collabora con Pier Maria Bardi, fondatore del Museo di Arte Moderna di San Paolo.
Tornato a Roma si occupa di critica d’arte e collabora a numerose riviste. Con Gianni De Bernardi e Mario Diacono fonda la rivista” Ex” della quale usciranno tra il 1961 e 1968 cinque numeri. Dagli anni Settanta in poi assistiamo a un progressivo e sostanziale isolamento di Villa dal mondo letterario e artistico, nonostante la posizione attribuitagli di maestro del variegato universo della poesia visiva e la circolazione occasionale nel mercato di suoi “oggetti di poesia” a cui corrisponde una intensa e febbrile attività plurilinguista (italiano, latino, greco, portoghese, provenzale e in particolare francese) fino all’ictus del 1986 che gli impedirà di parlare e scrivere. Il 14 gennaio 2003 muore in solitudine in un ricovero per persone anziane situato nei pressi di Rieti.
 
Emilio Villa (Affori, 1914 – Rieti, 2003) è una delle figure più radicali dell’avanguardia del secondo novecento. Intellettuale poliedrico, artista, poeta, critico d’arte, biblista, traduttore, filologo, pone la parola al centro della sua ricerca poetica, sperimentando con libertà e irriverenza una nuova forma di scrittura. Lontana dai canoni stabiliti, la sua poesia si fonde con la pagina e si fa oggetto, modellandosi su una lingua ibrida che mescola idiomi antichi e moderni.
Villa ricopre un ruolo di primo piano nel panorama artistico e culturale italiano, rimanendo comunque in una sorta di programmatica “clandestinità”, lontano da movimenti, gruppi, accademie, e dall’editoria tradizionale e di consumo; attuando poi, in età matura, una consapevole e volontaria dispersione della sua opera. Pubblica libri, riviste, testi critici fuori da ogni canone ufficiale; ne disegna la veste tipografica e li realizza in tirature molto limitate, talvolta addirittura in copia unica.
 Mentore segreto e propulsore di nuove avanguardie, incoraggia e promuove l’opera iniziale di artisti (Burri, Capogrossi, Rotella, Mirko, Novelli, De Bernardi, Parmiggiani, Nuvolo, e molti altri) ai quali dedica una serie di saggi-poesia, rimasti memorabili, e raccolti in Attributi dell’arte odierna 1947-1967 (Feltrinelli, 1970).