Sottile Turi

BIOGRAFIA
Turi Sottile è nato il 21 febbraio 1934 ad Acireale. Apprende i primi rudimenti dell’arte intorno a nove anni nella bottega del pittore Giuseppe Bella Vasta, di estrazione impressionista, che lo inizia alla pittura figurativa. Frequenta gli studi classici e comincia a studiare i grandi maestri del passato: soprattutto Matisse, Picasso, Delacroix e poi Mondrian, De Kooning, Hartung, e Twombly, dai quali trae linfa per il suo futuro di artista.
Intorno agli anni cinquanta si interessa, più per gioco che per reale convinzione, all’arte concettuale, costruendo quegli oggetti che Vincenzo De Maria, critico d’arte catanese, definisce “arte emozionale”.
Nel suo studio ad Acireale, infatti, lavora a varie situazioni simulate. A distanza di pochi anni opere di carattere performativo faranno la fortuna di molti.”Nella mia vita di artista mi perseguita uno strano senso di tempismo: arrivo sempre due anni prima”, afferma Sottile. Dal ’52 si dedica esclusivamente alla pittura, cominciando a partecipare a diverse mostre collettive. La sua prima mostra personale si realizza a Messina nel ’58. Intorno agli anni sessanta si inserisce nella corrente della nuova figurazione. Dal 1967 promuove e dirige per diciotto anni la Rassegna Internazionale d’Arte, facendo diventare Acireale centro vivo di interesse culturale e, da li inizia il grande percorso della conoscenza anche attraverso i grandi viaggi. Negli anni ’79 - ’80 si reca, per una breve permanenza, in Russia, dove va a visitare le più importanti scuole per la costruzione di icone.
Lavorando poi in una bottega artigiana, apprende la tecnica per la lavorazione delle icone. Tornato in Italia dipinge le “immagini catturate”, per le quali il critico Italo Mussa, presentandolo a Genova presso la Galleria Forma, conia il termine “lacerti estrapolati dalla Pittura Colta”, termine che poi determinerà la corrente, appunto, della “Pittura Colta”, teorizzata dallo stesso Mussa.
Quindi, ad intervalli, si reca in Tanzania, Kenya, Venezuela, Uruguay, Perù, Cile, Brasile, Messico, ma anche in Cina, Giappone, Australia, per ritornare prima in America del Nord, Canada e Stati Uniti, e poi di nuovo in America del Sud, in Argentina, dove trascorre lunghi periodi, esponendo in varie mostre personali e tenendo conferenze e corsi di pittura contemporanea europea in varie scuole e università.
Negli anni ’80 inventa nuove tecniche che, dopo varie sperimentazioni e verifiche, comincia ad utilizzare chiamandole “Le superfici diverse”, tele altre, nate per tutt’altro utilizzo, convinto com’è che l’artista ha il dovere di lasciare l’impronta del periodo in cui vive. Essere quindi Contemporaneo alla propria contemporaneità.