Piccione Giuseppe

Siracusano del 1967, Giuseppe Piccione trascorre tutta la sua infanzia in Sud Africa. Cresciuto tra la creatività di costruttore edile del padre e la creatività sartoriale e culinaria della madre In Italia segue poi gli studi artistici e s’iscrive in Architettura a Firenze. Nel 1986 crea le sue prime opere d’arte informale. Dal 1990 al 2021 ha esposto con successo in gallerie italiane e straniere in ventisette mostre personali e quarantasette mostre collettive. Sue opere sono custodite in collezioni pubbliche e private. Artista visivo versatile e completo comunica con installazioni, pittura, video arte, fotografia e tecniche digitali. Non disgiunto dalla sua attività, anzi a essa strettamente connesso, il ruolo di terapeuta per soggetti psichiatrici, autistici e disabili. Negli ultimi dieci anni la sua produzione annovera alcuni progetti artistici in continuo sviluppo formale: “Love Street” e “The Tribe”, ambedue concepiti per una declinazione artistica più ampia possibile fino a sconfinare nel campo della moda e del design, con la definizione di una linea di opere d’arte indossabili denominata “Tràncity”.
Le sue sono “creature” di un mondo dagli sviluppi accelerati, una dinamica sovrapposizione di segni, visibili vettori d’intimi e risoluti scenari.
Trovano vita e si autorigenerano nella moltiplicazione grafica e iconografica di un concetto moderno: la “ città che sale”. Come fenomenologia da strada, loro, invadono l’universo mediatico, si contaminano, rivelano celate attinenze. Giuseppe Piccione ruba per noi dalla realtà tali frammenti di vita, riconosciuti attraverso una poetica transizione esistenziale.