Levi Carlo

Nota biografica.
La vita di Carlo Levi (1902-1975) è stata scandita da tre grandi passioni: la pittura, la scrittura e la politica che si intersecano durante tutto l’arco della sua vita. Si laurea in medicina, ma da giovanissimo si interessa alla pittura, attività che non abbandona fino alla morte, dipingendo anche durante la sua carcerazione e la sua temporanea cecità. Ottiene i primi risultati a partire dal 1923 (prima esposizione nell'ambito della Quadriennale di Torino) e partecipa con regolarità agli eventi nazionali e internazionali con rassegne collettive e personali. Negli anni successivi Levi trascorre lunghi periodi a Parigi e nel 1929 espone con il gruppo dei Sei di Torino, sostenuti dal critico Edoardo Persico e dallo storico dell'arte e critico Lionello Venturi. La sua attività pittorica lo porta a frequentare una schiera di intellettuali italiani e stranieri che consolidano il suo impegno politico di antifascista (impegno di tradizione familiare). Fra i fondatori di Giustizia e libertà (1929) è arrestato nel 1934 e inviato al confino in Lucania dal 1935 al 1936. Da tale esperienza nasce la stesura del suo scritto più famoso, Cristo si è fermato a Eboli, pubblicato nel 1945, che fa conoscere al mondo la condizione della civiltà contadina del Sud Italia. L'attività artistica prosegue intensa per tutti gli anni del dopoguerra fino alla morte con mostre personali in Italia e all’estero, intrecciata alla sua costante produzione letteraria - L’Orologio, Paura della libertà, Le parole sono pietre (tre giornate in Sicilia), Un volto che ci somiglia (Ritratto dell'Italia), Tutto il miele è finito, La doppia notte dei tigli, Il futuro ha un cuore antico - e alla sua presenza sulla scena politica (eletto senatore indipendente nelle liste del Partito Comunista nel 1963 e nel 1968). Nel 1973 è colpito da distacco della retina ed è sottoposto a due interventi chirurgici: in stato di temporanea cecità, realizza 140 disegni e scrive, con l'ausilio di uno speciale telaio, l'opera che sarà pubblicata postuma con il titolo Quaderno a cancelli. Muore a Roma il 4 gennaio 1975.
La Fondazione Carlo Levi è costituita nel 1975 per volontà testamentaria dell’artista e riconosciuta come Ente morale nel 1979. Gli scopi statutari della Fondazione sono la conservazione e la valorizzazione del proprio patrimonio che consiste in una raccolta di 800 dipinti; un archivio di manoscritti e di materiale documentario sull’artista (dichiarato di interesse nazionale con decreto ministeriale); un archivio fotografico di oltre 8000 stampe fotografiche più negativi. La Fondazione provvede, tra l’altro, all’organizzazione di mostre, eventi culturali e convegni nonché giornate di studio, iniziative, attività didattiche anche in collaborazione con Enti ed Istituzioni pubbliche e private, nazionali ed internazionali, per valorizzare il patrimonio artistico nella sua complessità. Attualmente la Fondazione sta lavorando specificatamente al catalogo generale delle opere pittoriche della collezione, al riordino e alla digitalizzazione del fondo fotografico.