Crosa Andrea

Andrea Crosa Il non luogo e l’istante decisivo Biografia Nasce a Buenos Aires il 3 novembre del 1949 da genitori italiani. Nei primi anni sessanta l’artista è fortemente influenzato dalle importanti mostre sulla Pop Art tenutesi al Museo de Bellas Artes - dove per la prima volta entra in contatto con il lavoro di Claes Oldemburg, Wayne Thiebaud, Allan D’Arcangelo e Andy Warhol - e dagli “Happenings” svolti alla Fundación Di Tella, sorta di kunsthalle privata in stretto contatto con il Guggenheim Award di New York. Esperienze che lo manterranno legato, anche affettivamente, al repertorio iconografico pop, sia nella scelta dei soggetti che nella tavolozza dai colori accesi e piatti. La dittatura militare spazzerà via, senza troppi ripensamenti, queste importanti iniziative culturali creando un” black out” nel mondo dell’arte che durerà per almeno un decennio. Nel 1975 consegue la laurea in architettura e si trasferisce definitivamente in Italia. La sua prima personale avviene nel 1979 alla Galleria Rotta di Genova, città dove risiede. Nel 1983 partecipa all’importante mostra “Home sweet home” da Galleria Diagramma Luciano Inga Pin, che viene considerata come l’embrione e il punto di partenza per quello che successivamente sarà il “Nuovo Futurismo”, movimento al quale aderirà e col quale continuerà ad esporre fino ai giorni nostri pur mantenendo un percorso indipendente da solista. La prima personale all’estero la tiene l’anno successivo nella Galleria Andata/Ritorno di Ginevra, mentre nel 1985, per l’apertura del Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova, verrà esposto un suo lavoro facente parte della collezione di Maria Cernuschi Ghiringhelli, il cui lascito formerà parte integrante della raccolta permanente del museo. Nel 1988 partecipa alla sua prima collettiva estera al Museo Italo Americano di San Francisco, dal titolo “Fourteen emerging artists from Liguria” e alla rassegna “Ordine/Disordine” a Palazzo dell’Arengo a Rimini, curata da Renato Barilli, che lo chiamerà nuovamente due anni dopo a partecipare a “Anni Novanta” a Bologna, nel Museo di Arte Moderna.  Crosa prosegue la sua ricerca stilistica avvicinandosi sempre di più alla progettazione architettonica, pur mantenendo inalterate le caratteristiche gioioso/ludiche del suo periodo “Nuovo Futurismo”, avvicinandosi sempre di più alla costruzione di opere tridimensionali adoperando materiali informali, spesso accompagnate da video e da elementi sonori. Nel 2002, espone alla Mondrian Killroy Fund di Torino “Tsunamisushi”, prima di una lunga serie di mostre dedicate all’attimo congelato, al non luogo e all’istante decisivo, prima di un’eventuale catastrofe. Nel 2005 tiene la sua prima personale “Tsunamistudebaker” al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce dove presenta, oltre che a due grandi istallazioni, anche la sua vettura feticcio, una Studebaker del 1955, che appare quasi costantemente nel suo lavoro. Gli anni 2000 lo vedono esporre continuativamente in Svizzera: al Centro Arte Contemporanea del Ticino a Bellinzona, con due mostre personali e due collettive; a Thun e a Berna presso Galerie Bernhard Bischof con partecipazioni a mostre sia personali che collettive; per ultimo a Coira, con  una mostra personale presso la Galleria Arrivada. Successivamente esplora il concetto di “Tempo fuori di sesto” titolo preso in prestito da un romanzo di Philip Dick che parla di uno spazio / tempo parallelo dove Crosa colloca le sue istallazioni. Nel 2012 crea una grande opera “site specific” “ la Contessa riceve il martedi” per Palazzo Saluzzo Paesana di Torino, successivamente esposta al MART di Rovereto, nella mostra “La Magnifica Ossessione”, a cura di Cristiana Collu e Nicoletta Boschiero. Due anni dopo tiene una grande personale a Torino, negli spazi della Galleria Made for Love, dove presenta “Musica per radio silenziose”, installazione multimediale che l’artista costruisce a partire da materiali eterogenei quali legno, policarbonato, stoffa, tappi di bibita, tasselli di legno e guarnizioni di gomma. Questo lavoro ci rimanda al concetto di “ impossibilità” con le radio, in questo caso paradossalmente mute, strumento di diffusione di musica e di informazione, stravolgendone radicalmente la funzione. Radio come oggetti alieni provenienti da un mondo alienato, parenti stretti del “Truman show” e di “Blade Runner” in salsa Pop. Espone anche istallazioni video, light boxes, opere bi e tridimensionali e la “vettura cult” Studebaker: mostra dedicata al recupero della memoria della sua infanzia e per la quale scrive un racconto intitolato “Revolución.”  Nel 2016 la Galleria Entr’Acte di Genova, gli dedica una retrospettiva composta da tre mostre con opere che vanno dagli anni 70 ai giorni nostri. Nel corso del 2017 è prevista una sua personale dal titolo “Scatole cinesi” a Milano presso la Galleria Dimora Artica, curata da Andrea Lacarpia. Per finire, Crosa fa sua la frase di Wang Pho, pittore alla corte dell’Imperatore della Cina in un racconto breve di Marguerite Yourcenar che dice: “Non sono tanto interessato alle cose quanto all’immagine delle cose”. www.andreacrosa.com    

Andrea Crosa "Radioblabla"
 15/09/2018  al 13/10/2018

La sua ricerca più recente si basa sul concetto dello “spazio – tempo parallelo” caro a Philip Dick e che ha prodotto mostre…

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