Altieri Pasquale

Pasquale Altieri nasce a Matera il 1 Agosto 1966, vive e lavora a Viterbo. La sua produzione spazia dalla pittura all’assemblaggio, dal ready-made alla realizzazione di installazioni site-specific. Ha esposto in decine di mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero, ha svolto residenze artistiche ed ed è stato selezionato come finalista in concorsi internazionali. Da sempre svolge un ruolo importante nella diffusione e produzione artistica del territorio in cui opera, avendo anche gestito due gallerie di arte contemporanea. Attivo come artista dal 1985, dopo un esordio nella pittura informale, inizia il suo percorso nell’ambito della multimedialità agli inizi degli anni ’90, con la realizzazione di ambienti fruibili teletrasmessi (“Iperluogo”, 1991) e interventi ambientali basati su esperienze sensoriali (“Interno rosso”, 1995) o sulla ricostruzione biografica di personaggi, sia reali che immaginari (“Abschussrampe – rampa di lancio”, 2001). La ricerca artistica di Altieri volge all’introspezione, nell’ultima parte degli anni ’90, culminando con un lavoro sulle wunderkammer (“Ritrosia”, 1999). Il segno stilistico di tutto il decennio successivo è la dicotomia tra la morbidezza e la futilità del peluche, usato come rivestimento, e la durezza intrinseca (sia essa materiale o concettuale) degli oggetti rivestiti. Molti lavori sono stati realizzati da Altieri in questo periodo, tra i quali “1656″ (2002), “Look at me” (2002) e “Rosa dei Venti” (2003). L’inquietudine di fronte alle contraddizioni del mondo, e della società occidentale in particolare, si esprime esplicitamente nei lavori successivi, in cui oggetti quotidiani ricontestualizzati diventano icone di disagio (“Cose Ultime”, 2007; “Energie”, 2010; “War Games”, 2011). A questo periodo appartengono opere importanti come “Utopia Patetica”, lavoro site-specific ispirato alle opere di Simone Weil (2010), e “La Gara” (2010), oggetto di una tesi di laurea presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università della Tuscia. Nel 2011, l’attenzione dell’artista si sposta dagli oggetti alle persone ed inizia il ciclo delle “Cronache” (tra cui “I Miei Sette Figli”, presentato alla “Fabbrica del Vapore” di Milano nel 2011, e “Varsavia Blues”, presentato al Photissima Festival 2014 di Torino): scavando nel rapporto tra memoria privata e collettiva, Altieri interpreta, esplicita e rende onore al dramma personale dei protagonisti di immagini pubbliche, altrimenti perso nel flusso della cronaca. Nei lavori più recenti invece tutto scompare: non ci sono oggetti ne’ immagini, ma solo parole che su lapidi, pareti e portali realizzati in armonia con il luogo che li ospita, dichiarano al mondo ciò che per l’artista è l’essenziale. Hanno scritto di lui Giorgia Salerno, Giovanna Caterina De Feo, Miriam Mirolla, Gabriella Dalesio, Angelo Capasso, Domenico Scudero, Marco Trulli, Marcello Carriero, Fulvio Abbate, Manuel Anselmi, Anton Giulio Niccoli, Giuseppe Salerno, Patrizia Mania, Maria Giovanna Tumino. Altieri mantiene una collaborazione permanente con le gallerie 3)5 Arte Contemporanea e Artegiro Contemporary Art. E’ stato docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti Lorenzo da Viterbo (ABAV, Viterbo, Italia).