Il 08/06/2016

KEYWORDS Decalogo per una formazione all’arte contemporanea

KEYWORDS Decalogo per una formazione all’arte contemporanea
KEYWORDS Decalogo per una formazione all’arte contemporanea
a cura di Antonella Marino e Maria Vinella
Franco Angeli Editore, Milano 2016
 
Con un approccio metodologico innovativo, fresco e sintetico, Keywords affronta un’attenta riflessione sull’arte contemporanea, enunciando i punti critici dell’eterogeneo mondo dell’arte di oggi. Nato nell’ambito del progetto di ricerca “Educational management per l’arte contemporanea” a cura di Maria Vinella e Antonella Marino, il volume si propone di analizzare dieci tematiche fortemente connesse all’arte contemporanea, strizzando l’occhio al problema della formazione accademica e universitaria. Le due curatrici infatti decidono di parlare dell’attuale panorama artistico attraverso un’approfondita ricerca critica, anche con la collaborazione di altri studiosi, e allo stesso tempo arricchiscono il volume con otto conversazioni con artisti, un prezioso materiale di ricerca per future esplorazioni d’indagine (Emilio Fantin, Chiara Fumai, Fabrizio Bellomo, Riccardo Benassi, Adrian Paci, Gian Maria Tosatti, Marinella Senatore, Angela Marzullo).
Le dieci parole keywords prendono spunto dalle recenti tematiche sviluppatesi nei dibatti artistici e, con un linguaggio chiaro e uno stile scorrevole, sintetizzano argomenti complessi, senza mai risultare banali.
L’arte contemporanea è ormai un complesso sistema di approccio mentale, di tecniche, di rapporto col paesaggio, con l’identità di genere e, al tempo stesso, essa finisce per ristabilire un nuovo dialogo con le istituzioni culturali di questo paese, che ha sempre sottovalutato le potenzialità creative ed economiche del sistema. Sulla Contemporaneità riflette Recchia Luciani e in particolare sulla contemporaneità relazionale che qualifica il legame tra artista e spettatore, totalmente modificato da un’estetica nuova e da un rapporto completamente diverso con il contenuto dell’opera rispetto al passato.
Un interessante excursus sulla pittura di paesaggio, dall’antichità alla Land Art, introduce il concetto di Biodinamica. E qui Maria Vinella non trascura l’esperienza estetica-politca di Beuys come primo approccio critico all’ecosistema, puntando poi l’analisi sugli artisti contemporanei che si occupano di tematiche ecologiche e sociali: da Gianfranco Baruchello, a Emilio Fantin a Ugo La Pietra a Nico Angiuli.
Antonella Marino in Docufiction affronta il nesso tra realtà/finzione nell’opera di alcuni artisti. I due mondi sembrano non presentare più due sistemi contrapposti ma si influenzano a vicenda attraverso l’uso delle tecnologie web e quindi l’opera d’arte, in questa dinamica, consente di svelare il gioco ingannevole di una realtà irreale.
Mediazioni propone una riflessione tra arte contemporanea e mezzo televisivo; qui Marco Senaldi ricostruisce la storia di questo grande mezzo di comunicazione con precise note sulle sperimentazioni futuriste e del movimento degli spazialisti. Interessanti sono le riflessioni in merito agli artisti che per primi hanno utilizzato la tv nel loro percorso di ricerca artistica: da Campus a Nauman a Gerry Schum fino al celebre Andy Warhol. Marino, in Oltre-Media, riflette sui nuovi media e la realtà aumentata e su come tutto questo implichi un nuovo rapporto con l’arte; poi prosegue l’analisi attraverso un breve percorso sullo sviluppo e sull’uso di nuove tecnologie nell’arte per approdare oltre-media, con atteggiamenti che vanno dal rifiuto ad uno sguardo critico del rapporto interattivo uomo-tecnologia.
Una tematica contemporanea è senza dubbio Transiti che affronta il problema della omogeneizzazione delle culture e la complessità della globalizzazione nel mondo dell’arte. Caliandro invece propone un excursus sul tema della rappresentazione della Città nell’ambito della storia dell’arte, partendo dal periodo medievale, approdando alle visioni urbane del cinema dal quello espressionista tedesco, al neorealismo fino alle recenti produzioni cinematografiche.
Cristina Perella, in Femminismi, analizza l’utilizzo della video arte come strumento privilegiato delle artiste contemporanee. Un percorso interessante che ricostruisce come il video, strumento privilegiato del mondo femminile, abbia favorito azioni performative di forte impatto emotivo. L’arte delle donne vista come espressione di un modello educativo, Educational, è la ricerca di Maria Rosa Sossai che propone una riflessione sull’impegno e sulla responsabilità sociale delle artiste che si interrogano sul concetto di comunità e di conformismo.
E infine Andrea Villani, nel saggio Musei, nell’ambito del dibattito contemporaneo analizza la nuova mission dei musei di arte contemporanea, in particolare affronta il rapporto col pubblico e di conseguenza un nuovo modo di intendere l’opera d’arte e il museo, un atteggiamento che rifiuta di confrontarsi col significato storico per una concezione performativa, capace così di combinare responsabilità e intrattenimento.
 
 
Isabella Di Liddo