CONVERSAZIONI D’ARTE - Incontro con Francesca Loprieno di Maria Vinella

CONVERSAZIONI D’ARTE - Incontro con Francesca Loprieno  di Maria Vinella
Per Francesca Loprieno la fotografia è essenzialmente tecnica di narrazione. I processi legati all’attraversamento del tempo durante il viaggio e le migrazioni quotidiane dell’uomo, la dimensione privata e collettiva all’interno della quale l’individuo vive, l’auto-narrazione di eventi e stati d'animo, sono – ancora oggi – materia di grande interesse per l’autrice.
         Il suo lavoro è costantemente in bilico tra il video e la fotografia. “Mi interessano le immagini e il rapporto che si instaura nel loro accostamento in relazione alla dimensione quotidiana di spazio/tempo, spiega l’artista. Trovo che l’utilizzo di questi medium sia di fondamentale importanza per me e per la condizione in cui vivo; essendo sempre in viaggio mi sento una migrante nello spazio e credo che la macchina fotografica e la cinepresa siano molto migranti come oggetti. I luoghi in cui mi sposto sono anche i luoghi in cui lavoro. Trovo questo stato di continuo cambiamento molto stimolante”.
     Loprieno attualmente vive a Parigi dove svolge una residenza artistica che durerà due anni presso l’Istituto Internazionale di Sperimentazione in Arte Contemporanea IHEAP che ha sede anche a New York. In Italia conduce molti progetti di ricerca che la vedono impegnata in esposizioni personali e collettive. Collabora anche con performer sia in Italia che in Francia, a progetti sul corpo e il movimento in ambito teatrale. “Nella residenza d’artista a Parigi, opera un équipe di quindici giovani artisti che provengono da tutte le parti del mondo e che usano il corpo in diverse discipline dell’arte contemporanea.”
     I primi risultati di questo percorso saranno presentati a Beirut attraverso un progetto collettivo durante la Journée Nationale du Taboulé ideata dall’artista libanese Ricardo Mbarkho, che si tiene ogni anno a giugno.
     L’artista, che in passato ha vinto alcuni premi ed è stata selezionata a eventi e manifestazioni significative, come la Biennale di Venezia nel 2011, e nel 2015 ha partecipato al SI FEST Savignano Immagini Festival, ha cominciato tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 la serie fotografica “Limiti di Spazi”. Il lavoro è nato a Parigi e prosegue in diverse città d’Italia. È una riflessione approfondita sulla psicogeografia e sulla mappatura degli spazi vissuti dall’individuo in relazione agli elementi della natura. La serie “Transizioni”, un lavoro in progress dal 2011, invece riflette lo spazio della città in relazione ai passaggi degli individui (uno spazio minimale e non riconoscibile). Roma, Milano, Parigi, Londra, Cracovia, Varsavia, Lisbona, Madrid, Barcellona, Siviglia, sono le città indagate finora. L’ultimo progetto intitolato “471” (video e fotografico) analizza la “ridondanza” del viaggio e lo scorrere del tempo in una dimensione più intima e personale. La serie di videoistallazioni “Une minute pendant cinq minute de ma vie” osserva le migrazioni quotidiane, ed è realizzata in collaborazione con l’istituto IHEAP di Parigi.
     Tra i progetti per il futuro: un viaggio a Beirut a giungo e una residenza in Corsica nell'autunno del 2016.
         In tutti i lavori, la fotografa si dichiara: “interessata alle problematiche sociali come l’inadeguatezza dell’uomo ad accettarsi e ad adattarsi agli spazi contemporanei vuoti e desolanti. Il Viaggio è il filo conduttore di tutto … Viaggio inteso non solo come passaggio attraverso lo spazio fisico ma anche come atto mentale che coinvolge la memoria personale e collettiva. La perdita della percezione e della consapevolezza del tempo non appartengono solo all’interiorità dell’individuo ma, per me,  diventano una condizione essenziale di vita”.